SARPI

L’allure retrò dei bei palazzi di ringhiera della vecchia Milano, gli edifici contemporanei in vetro e ferro e un’aria orientale. Il quartiere di Sarpi è una città nella città. C’è chi lo chiama Chinatown, chi un tempo lontano vi si riferiva come il Borgo degli Ortolani , oggi semplicemente si dice “andiamo in Sarpi?”. Sarpi si estende lungo il chilometro della sua arteria principale, Via Paolo Sarpi, da Porta Volta, dove si staglia la gigantesca piramide trasparente Feltrinelli che ospita la sede di Microsoft, fino a Via Canonica. Ai lati, tra Via Cesariano e Via Procaccini, si spiega un numero infinito di vie e vicoli. Siamo in uno dei quartieri più di tendenza della città, tra botteghe storiche, vecchi mastri artigiani, studi di design e architettura, case di produzione, locali dove bere un ottimo drink o fare un buon brunch e una miriade di esercizi commerciali cinesi che rendono questa zona milanese e multietnica allo stesso tempo. A due passi dal quartiere si trovano l’Arco della Pace, Moscova, Garibaldi, Brera e Porta Nuova. Da qualche anno questo quartiere sta vivendo una nuova vita e una completa rivalutazione urbana, diventando una delle mete più cool della città.

A fare un passo indietro nella storia di Sarpi di andrebbe alla seconda metà dell’Ottocento quando la zona intorno a Via Canonica era conosciuta come Il Borgo degli Ortolani. Il nome era stato dato a causa delle decine di cascine che sorgevano lungo la via che collegava Milano con Varese e Como. I contadini di queste fattorie, grazie alla presenza del torrente Nirone e di numerose rogge e fontanili, potevano vendere direttamente alla città frutta, verdura e ortaggi. Più tardi, durante gli anni Venti del Novecento si assistette a una grossa migrazione verso questa zona di cittadini cinesi, provenienti per la quasi totalità dalla zona dello Zejian e dalla città di Wenzhou, vicino a Shangai. Fu in quel momento che si cominciò a riferirsi alla stessa zona con il nome di “Chinatown”. I cinesi che emigrarono qui arrivarono attratti dall’industria comasca della sete, specializzata soprattutto nella produzione di cravatte. Poi, durante la Seconda Guerra Mondiale, passarono alla pelle di cinture e scarponi per rifornire i soldati al fronte. Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila il commercio cambiò ancora in direzione della telefonia, l’elettronica, l’ottica e la fotografia. Qualsiasi fosse il momento storico, Sarpi si trasformava con la storia del commercio e delle necessità di consumo.

A differenza della maggior parte delle Chinatown del mondo, Sarpi è un po’ particolare. Qui infatti si trova la più grande concentrazione di Botteghe Storiche della città nonché un numero altissimo di mastri artigiani e di vecchi negozi milanesi. A fianco dei grossisti cinesi o dei negozi dedicati alla tecnologia elettronica si trovano antichi cappellai, vetrai, rilegatori, restauratori, macellai, ottici, caseifici ed erboristi.  In Sarpi convive una comunità cino-milanese che attrae oggi, per la sua peculiarità e la sua vivacità commerciale ed intellettuale, giovani visitatori e imprenditori da ogni angolo della città.  Tra il 2010 e il 2011 l’intera Via Paolo Sarpi venne ripavimentata e resa pedonale. Da quel momento le case cominciarono ad essere ristrutturate, iniziarono ad aprire locali trendy e location di design, la zona diventò meta prediletta dai giovani per l’affitto e l’acquisto di appartamenti e fiorì una infinita serie di ristoranti e spazi dedicati al mondo food. Oggi Sarpi è conosciuta soprattutto per la sua offerta eno-gastronomica: dallo street food, ai vecchi ristoranti tradizionali, ai birrifici artigianali, ai ristoranti orientali, alle cucine regionali, fino alle enoteche storiche e i brunch del week end. Durante l’anno il quartiere pullula di iniziative ed eventi. Se i più conosciuti sono sicuramente il Capodanno Cinese e la Milano Design Week del Sarpi Design District, non mancano anche mostre, esposizioni, proiezioni di film, location da affittare per eventi, set fotografici e video, karaoke, bar, eventi teatrali e mercati della terra dove i produttori portano i loro prodotti direttamente al consumatore nel cuore della città.